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Giovedì 3 gennaio 2008
CORRIERE DELL'UMBRIA
E' durata due ore e mezza l'autopsia sul giovane che ha ingerito metadone
Morto in ospedale, la verità dagli esami
Adesso si attendono le perizie tossicologiche e istologiche
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ELIO C. BERTOLDI
PERUGIA - E' durata quasi due ore e mezza la perizia autoptica che Luca Lalli dell'istituto di medicina legale ha effettuato sul cadavere di Luca Gambini, il giovane di 27 anni, di San Giustino, morto nel reparto di psichiatria a Monteluce, sabato mattina. All'esame necroscopico era presente il Mauro Bacci, nominato dalla difesa del primario della struttura psichiatrica, di Giulio Rossi e di Anna Maria Verdelli per gli infermieri e Luca Pistolesi per la famiglia Gambini. Non ci sono indiscrezioni sulle cause del decesso, anche perché gli esami tossicologici inizieranno nelle prossime ore, insieme a quelli istologici (sono stati prelevati alcuni campioni di organi per gli ulteriori accertamenti). Resta il fatto che è quasi impossibile ritenere che l'ingestione di metadone (160 ml) non sia da mettere in relazione con il decesso. Lalli ha trovato il giovane, sostanzialmente, in buono stato di salute e stroncato da un arresto cardiocircolatorio, le cui cause sono da determinare. La difesa della famiglia Gambini, sostenuta dall'avvocato Carmelita Cosentino, non ha dubbio alcuni che il nesso di causalità ci sia. Non foss'altro sotto il profilo dell'omissione di soccorso. Per i familiari della giovane vittima, medici e infermieri avrebbero dovuto, come minimo, sottoporre a lavanda gastrica il paziente e utilizzare un defibrillatore. Gli avvocati David Brunelli (che difende il primario), Luca Gentili e Massimo Zaganelli (che difendono gli infermieri) replicano che la struttura sanitaria "ha fatto tutto il possibile, nel quadro della situazione e dei mezzi a disposizione". I cinque che sono stati iscritti nel registro degli indagati sono accusati di Cooperazione colposa in omicidio colposo". La morte del giovane ha suscitato molte prese di posizione. L'Associazione Alice Arci di San Giustino si dice "dispiaciuta e turbata" e dichiara "vogliamo sapere come è morto Luca e soprattutto se poteva essere salvato: chiediamo chiarezza e verità su quanto accaduto per rendere giustizia a un amico. Riponiamo piena fiducia nell'operato della magistratura". La polemica approda anche in consiglio comunale, dove Carmine Camicia sollecita il varo di una commissione d'inchiesta sulle condizioni di lavoro e la tutela della salute allo Psichiatrico che non sarebbe a norma e a rischio soprattutto per gli operatori.