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Martedì 20 gennaio 2009
CORRIERE DI AREZZO
Si mobilita il comitato diritti umani di Milano
Giustizia per Luca Gambini
CITTA' DI CASTELLO - Si torna a parlare della triste vicenda, ancora irrisolta a livello giudiziario, della morte di Luca Gambini giovane sangiustinese, avvenuta la notte del 31 dicembre 2007 all'interno del repartino psichiatrico dell'ospedale regionale di Perugia dopo aver ingerito una quantità letale di metadone. La famiglia vuole conoscere la verità e avere giustizia: vuole sapere insomma chi ha sbagliato in quelle 20 ore di ricovero a Perugia e per questo si è rivolta anche al Comitato dei cittadini per i diritti umani di Milano attraverso il suo direttore Massimo Parrino per chiedere manforte e sostegno nella battaglia giudiziaria. E' stata la sorella del ragazzo defunto Cristina a compiere questo passo. Sullo psichiatra M.G., la sua collega, A.D.M. oltre agli infermieri E.C., C.G. e L.C. pende infatti una richiesta di rinvio a giudizio nella causa penale che dovrà accertare la verità sulla morte del povero Luca Gambini. I capi d'accusa sono omicidio colposo, cooperazione nell'omicidio, negligenza, imperizia e imprudenza. In una nota il Comitato afferma "siamo stati contattati dalla famiglia che non sa darsi pace per l'accaduto. Il timore della famiglia Gambini è che queste persone la passino liscia e questo è vissuto con un ansia indicibile. Non solo per il fatto in sé, ma soprattutto per evitare che altre persone subiscano la stessa sorte. Come Comitato la verità che constatiamo ogni giorno è che sono cambiati i luoghi, ma non i metodi e medesima è la totale mancanza di umanità e rispetto".